Dalla IV di copertina del libro

Dalla IV di copertina del libro Strategie di Mediazione
Questo è un libro di comunicazione che offre strumenti operativi e concettuali per svolgere meglio il lavoro di mediatore. Un aiuto per il professionista della risoluzione del conflitto che assieme ad indicazioni pratiche, focalizzate sulla comunicazione interpersonale e di gruppo, propone e stimola una riflessione più ampia su concetti di fondo, senza la quale le indicazioni, le ricette da seguire, sarebbero vuote e sorde. La struttura del libro, in 5 capitoli, segue cronologicamente lo sviluppo di un percorso di mediazione: dalla preparazione remota e prossima, all’avvio della mediazione, dall’analisi ed esplorazione del conflitto, all’individuazione di possibili soluzioni, per finire con l’accordo. All’interno del testo si trovano esercizi per il mediatore, mappe mentali e schemi utili al lavoro con le parti. Il libro è arricchito da tre casi reali, frutto dell’esperienza degli autori. La piena fedeltà della dinamica del disaccordo, e del percorso seguito in mediazione, permette al lettore di calarsi nella realtà complessa della risoluzione, potendo meglio cogliere la relazione tra principi generali e caso concreto. Il volume nasce dalla mediazione dei “saperi” e delle conoscenze di 4 persone che, attraverso uno scambio fecondo, offrono il valore aggiunto di ottiche, sensibilità e approcci diversi.

sabato 14 gennaio 2012

Intervista a Michael McIlwrath - parte II

... continua

RESISTERE, RESISTERE, RESISTERE

In Norvegia la mediazione funziona bene, ma è un paese piccolo. In Italia ci sono molti contenziosi. Chi è andato a scioperare contro la mediazione? Probabilmente chi rappresentava la difesa. Anche in India hanno fatto molte resistenze, perché  di inefficienza si vive. A noi questa legge cambia poco, perché cerchiamo sempre di coinvolgere la controparte. Io sono arrivato alla Nuova Pignone da uno studio legale di NY dove avevo una decina di cause, qui passai a 143 in tutto il mondo. Devo portarle alla fine, questa è la mia responsabilità. La GE ha un sistema di Early Dispute Resolution, secondo il principio che una conclusione rapida è quasi sempre meglio di una soluzione procrastinata nel tempo.

Ho visto una grossa causa pendente da due anni, a Bari nel ‘99. Avevo già circa 2 miliardi per chiudere questo contenzioso, in cui ne chiedevano 3 o 4. Non sapevo chi avesse ragione. Proviamo a tentare una conciliazione. Andiamo a Bari, il Prof. Vigoriti ed io, giovane avvocato arrivato da NY, che vorrebbe provare a chiudere aiutato da un terzo imparziale. Risposta dell’avocato della controparte: abbiamo già un terzo, è l’arbitro. E’ stata chiusa l’anno scorso, dopo un appello. Abbiamo perso. Condannati a pagare 600.000 €. Nel frattempo la società è fallita. L’avvocato è morto. E hanno ottenuto meno di quanto avremmo potuto dargli 13 anni fa, dopo due CTU, una condanna in primo grado, una sospensiva e un appello. Non per cattiveria, ma perché conosceva solo quel mondo. Per certe cose occorre aspettare generazioni. La legge italiana forse è poco graduale. Ci sono tante persone che si devono adattare. Manca la cultura.


THE DAY THAT NEVER COMES.

"Soprattutto in mediazione ci si può esprimere. Tutti sognano il giorno in cui potranno andare in tribunale ed esprimere le proprie ragioni. MA QUEL GIORNO NON ARRIVERÀ MAI. In una mediazione, anche se non chiudi, puoi dire alla controparte quello che volevi dirle. "

Ho avuto una mediazione in Scozia. GE aveva comprato una società con sede ad Aberdeen. Un dipendente della società, G. , all’epoca un ragazzo di 23 anni, aveva fatto causa per aver perso in un incidente di lavoro il braccio e la gamba destra. La società era difesa da due compagnie assicurative e nonostante l’acquisizione societaria la causa continuava a essere gestita dalle parti precedenti.
Lui manda una lettera, con le foto del sinistro, all’amministratore delegato di GE. L’amministratore delegato mi chiede se posso fare qualcosa, dal punto di vista umano. E’ un dipendente GE, lo chiamo al telefono: senti G., sono avvocato, il capo mi ha mandato la tua lettera, possiamo parlare? Gli ho spiegato la mediazione. Lui parla col suo legale, convinciamo le assicurazioni, iniziamo una mediazione con Tony Allen di CEDR. Sono presenti tante persone, i legali delle assicurazioni, il padre, la fidanzata. G. si è alzato in piedi, ha voluto leggere la sua vita negli ultimi 5 anni, con le mani che tremavano, dopo abbiamo dovuto interrompere. Abbiamo chiuso qualche settimana più tardi. G. lavora ancora con noi. Se lo vedi ti ispira , non ci sono sfide che non puoi conquistare. E questo grazie alla mediazione. Lavora, si è sposato, ha un figlio, ha delle protesi che funzionano, l’ho sentito da poco, era in Australia.Per lui il contenzioso è stato un incubo. Soprattutto perché veniva accusato di avere auto colpa nel sinistro. Questa è una vita che è stata cambiata dalla mediazione. La mediazione non costa. Il lavoro di preparazione che serve in mediazione lo devi fare comunque, se vuoi istruire una causa. Ma senza la mediazione non avremmo potuto fare niente, anzi saremmo stati controparti, non avremmo potuto offrirgli un lavoro, con un percorso graduale di riabilitazione anche nel lavoro.

"A volte senti la domanda se la mediazione per certi conflitti non funziona, soprattutto quando le parti chiedono soldi in caso di sinistro. Questa è la dimostrazione che proprio in  casi simili la mediazione può servire."


WHY IMI?

In IMI ci sono Shell, General Electric, Nestlè, Northrop Grumman,  American Arbitration Association, Netherlands Mediation Institute, Singapore Mediation Centre, Singapore International Arbitration Centre, BahrainChamber for Dispute Resolution (BCDR-AAA) ,  International Chamber of Commerce (ICC). Un’ampia gamma di nomi, io rappresento gli interessi di GE nell’organizzazione.

Per noi è importante questa iniziativa. Perché la qualità è importante, volendo vedere la mediazione come una professione internazionale. Se tu ad esempio sei mediatore a Firenze, domani potresti farlo a Kuala Lumpur. Abbiamo fatto una mediazione a proprio a Kuala Lumpur, il mediatore era di Singapore. La mediazione in Scozia l’ha fatta uno di Londra, In Irlanda uno di Francoforte. E’ un modo di risolvere i conflitti molto "portatile". Non ti devi qualificare nel paese in cui si svolge. Tu puoi accompagnare la mediazione senza appoggiarti su legali locali. E’ anche un modo, nel commercio internazionale, per tutelare i rapporti tra legale e cliente.

Ma se non hai la qualità, chi lo prova la prima volta rischia di avere brutte esperienze. Noi abbiamo avuto brutte esperienze, con persone che ritenevano di essere mediatori ma erano giudici. Ho letto le carte, tu hai ragione. Fai un salto di gioia, poi esci dalla stanza e non chiudi un bel niente. Perché l’altra parte si arrabbia, pensa io non sono preparato per un arbitrato, sono preparato per una mediazione, ora ti faccio vedere! E l’effetto è ancora peggiore, perché chi è convinto di aver ragione, lo diventa ancora di più, me l’ha detto il mediatore, mentre l’altra parte si vuole vendicare dimostrando che quello era in errore. La qualità, così come la deontologia, è importante, e gli standard servono  per arrivare alla qualità. Se vuoi andare in Nuova Zelanda, e ti serve un mediatore bravo , come fai a sapere chi è bravo? In IMI ci sono circa 400 persone in tutto il mondo che sai che sono già a un certo livello, che hanno fatto corsi di qualifica, che si espongono alle valutazioni delle parti. Ci sono criteri, c’è un livello di qualità e serietà verificata che garantisce chi li utilizza.

IMI non fornisce servizi, sono mediatori di CEDR, di JAMS, di ADR Center,  molti non sono nemmeno associati. IMI non prende soldi, non ha scopo di lucro, cerca di aumentare il numero di mediatori qualificati. Il percorso di qualifica passa per un  Quality Assurance Program, IMI qualifica le associazioni di mediatori che qualificano i mediatori. Questi ultimi poi debbono fare un feedback digest, con la valutazione delle persone che hanno effettuato mediazioni, che passa attraverso un referee che verifica questi feedback. Per tutelare sia le parti che il mediatore. Possono essere anche negativi, anzi sarebbe preoccupante se fossero tutti positivi. Nel caso di Tony Allen ad esempio, il referee è Karl Mackie, capo di CEDR, che ha sentito 42 pareri di cui  tre  negativi. ll referee deve essere credibile, come in questo caso. Una commissione indipendente con componenti del mondo accademico definisce gli standard,  valuta il percorso di valutazione dei mediatori. Occorre che il percorso passi anche tramite un riscontro dal vivo, con una simulazione mediante attori.L’idea  di alzare il livello di qualifica dei mediatori nel mondo è la missione di IMI. Come quando vai da un medico, vuoi che sia qualificato.

Il mediatore sarà una professione globale. La domanda è: "Quanto tempo passerà prima che lo diventi?"

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